Peccati di gola


Ogni tanto ci vuole. Uova, speck e qualche pezzetto di gorgonzola, un piatto semplice ma sfizioso, da accompagnare con un boccale di buona birra poi un pò più di attività fisica del solito e i sensi di colpa svaniscono.
Certo che non ho inventato nulla, è una ricetta semplicissima e posso fare a meno di descriverne il procedimento tanto è elementare, ma prendendo spunto proprio da questo piatto, voglio parlare del tipo di cottura e del piano a induzione che sto usando da un paio di mesi.
Partiamo da quest’ultimo. Abbiamo fatto una piccola ristrutturazione in cucina che prevedeva tra le altre cose la sostituzione del fornello a gas e in tutta sincerità non avevo nemmeno preso in considerazione lontanamente di passare all’induzione. Ci ha pensato il nostro negoziante di fiducia a farmi cambiare idea, non a parole, ma con dimostrazioni pratiche della peculiarità di questo elettrodomestico e considerando che la potenza del contatore era già di 4,5 KW non dovevamo fare ulteriori adeguamenti.
Sono molto soddisfatta della scelta e al momento ho riscontrato solo pregi e nemmeno un difetto, anche dal lato economico perchè confrontando i consumi di luce e gas di settembre 2019 con quelli del mese appena terminato non ci sono variazioni di costi dati da un sensibile maggior consumo di energia elettrica e inferiore di metano. E’ pur vero che non ho mai fatto uso delle funzioni boost per accelerare il tempo di bollitura dell’acqua e comunque sono sempre stata una fervida sostenitrice delle cotture a bassa temperatura che si traduce in meno consumo di energia elettrica.
Fatta questa premessa, il primo pregio che salta all’occhio è la facilità di pulizia della superficie, il cibo che cade in prossimità delle piastre non brucia e si leva semplicemente con una spugnetta. Dopo aver consultato con attenzione il manuale d’uso, s’impara ad utilizzare le corrette temperature consigliate, sempre piuttosto basse in quanto il riscaldamento del fondo della pentola è uniforme e non ha senso sprecare energia per ottenere lo stesso risultato.
Se usato correttamente si eviterà che il cibo attacchi, anche nel caso di ricette particolarmente delicate come besciamella, purè, risotti, ravioli e pasta risottata… addio a pasta ripiena rotta nel piatto! Riassumendo, il piano a induzione non deve essere considerato un modo per accelerare le cotture, bensì un valore aggiunto al piacere di cucinare.
Il modello che ho scelto è un Neff a 5 zone di cottura, tra cui la Flex Zone, dotato della comoda rotella magnetica Tipp-Pad per poter regolare facilmente i livelli di ogni zona in una scala da che va da 1 a 9 e l’utilissima funzione Frying Sensor, il sensore di cottura per mantenere il corretto punto di fumo dell’olio durante le fritture e costante il livello di cottura degli arrosti senza far bruciare il fondo di cottura.
Ma veniamo al tipo di cottura impiegato per le mie uova strapazzate con speck e zola, ovvero cuocendo la mia succulenta pietanza su una TeppanYaky, una pesante piastra in acciaio che prende il nome di uno stile di cucina giapponese, ideata soprattutto per cucinare carne, pesce, frutti di mare, gamberi, verdure e, nel caso della gastronomia orientale, germogli di soia.
La TeppanYaky si utilizza sulla Flex Zone, che ne ricopre tutta la superficie, una volta riscaldata per bene si spennella un cucchiaino di olio extravergine di oliva per non far attaccare gli alimenti, quindi si procede con la cottura. Ideale per cuocere tagli di carne per tagliate, petto di pollo e filetto di tonno che non si asciugano ma rimangono morbidissimi (come anche lo speck che non secca), nonché le verdure che cuociono pur rimanendo un pò croccanti.
La TeppanYaky e il piano a induzione hanno portato una ventata di novità nella mia cucina, ma anche un modo salutare di preparare pietanze che appagano il palato.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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