Come definire la meditazione? Come la saggezza alla ricerca della saggezza (Shunryū Suzuki)


Stamane si prospetta la classica giornata autunnale. Cielo grigio, Nebbia bassa che sale dal lago, aria frizzante che invita a coprirsi per bene e un cielo grigio che rende l’alba piatta, senza quelle sfumature cromatiche che rendono più dolce il buongiorno.
Sebbene adoro l’autunno, quest’anno ho avuto un rapporto un pò conflittuale con questo cambio stagione. Da una parte non vedevo l’ora che la natura si vesta dei suoi caratteristici colori caldi, dall’altra ho percepito sin dai primi giorni di settembre una sorta di irrequietezza che mi ha fatto perdere per un pò di tempo tutte le buone abitudini acquisite in questi tre anni che hanno cambiato il mio stile di vita.
Se sono riuscita a perdere 33 chili senza ricorrere a uno specialista, ma solamente passando a un’alimentazione sana e imparando a riconoscere i segnali che il mio corpo mi inviava, non è solo merito della mia forza di volontà.
Quando anni fa mi dicevano che ascoltare il proprio respiro è un calmante naturale, sorridevo. Ho incominciato a crederlo veramente quando il consiglio è arrivato dal nostro medico di famiglia, specialista anche medicina tradizionale cinese e la conferma l’ho avuta quando mi sono avvicinata alle filosofie orientali e ho iniziato a praticare la meditazione, che è diventata per me è una sorta di stella polare.
Imparare non è stato facile, ho iniziato acquistando il pacchetto di meditazioni mindfulness dal sito Zenonline, che grazie a tutti gli insegnamenti e come citato nella presentazione nella homepage, mi ha insegnato a vivere in consapevolezza e armonia. In seguito ho implementato la mia formazione con il corso La via dello Zen, perché sedermi a meditare a gambe incrociate all’aria aperta sul terrazzo, come faceva Julia Roberts in Mangia, prega, ama, stupendo film che non perdo occasione di rivedere, non favoriva la concentrazione sul mio respiro e faceva sì che la mia mente divagasse.
Per quanto mi suonasse quasi come un’utopia, sedermi di fronte a muro spoglio, come ho imparato dal video del corso sulla mediazione Shikantaza, devo dire che ha giovato molto alla mia pratica.
Mi sono creata il mio angolino, Illuminando fievolmente l’ambiente con una candela posta davanti a una statuetta di Buddha e tenendo in mano il mala di 108 grani in legno di palissandro confezionato dal monaco Issan del monastero zen Sanboji – Tempio dei Tre Gioielli di Berceto, medito ogni mattina per almeno una ventina di minuti, un lasso di tempo che potrebbe sembrare interminabile ma poi con la pratica se ne sente del tutto il bisogno.
A settembre e non me ne spiego il motivo, ho sospeso le mie sedute mattutine di meditazione e guarda caso, qualcosa in me ha iniziato a non funzionare più correttamente. Sono bastati un paio di giorni tornando alle sagge abitudini per spazzare via quello strano disagio che percepivo e non riuscivo a controllare.
Il momento di meditazione deve avere qualcosa di mistico anche per i miei gatti, che si siedono accanto a me, come due angeli custodi e se ne stanno buoni, buoni per tutto il tempo, quasi volessero unirsi alla mia pratica.

Quando inspiri, torni a te stesso.
Quando espiri rilasci ogni tensione.
Thich Nhat Hanh

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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