Capitolo 10 – James Bond, presumo… (di Kirsti VK9NL)


A Luglio 1984 Jim ha lasciato Norfolk Island per un periodo di lavoro di 18 mesi in Papua Nuova Guinea. Per motivi pratici io rimasi a Norfolk Island, ma gli avevo fatto due visite e da lì uscivo come P29KJ nei periodi di gennaio-marzo 1985 e da novembre 1985 a gennaio 1986.

La vita in Papua Nuova Guinea era tranquilla, per dirla educatamente. Avevo poco da fare e così passavo ore on air mentre Jim era al lavoro. Non era molto diverso dal gestire i pileup da Norfolk Island, quindi sono stata una vittima volontaria quando Jim mi ha suggerito, tanto per cambiare, di provare le comunicazioni satellitari.
“Ma, ma, ma”, ho iniziato a pensare a quelle risme di carta che Jim consultava per comunicare tramite Oscar 10.
“Non c’è niente da fare,” mi tranquillizzò Jim. “È tutto qui, guarda! Orari, finestre, angolo di elevazione, numero di passaggi” sfogliando il tabulato del computer e indicando con orgoglio le varie sezioni.
Piena di perplessità avevo deciso di fare un tentativo. Il mio log confermava che avevo lavorato ben poche stazioni sparse per il globo, ma non mi sono mai sentita a mio agio. L’eco era sconcertante e in aggiunta al satellite che “scendeva” a metà del QSO, il mio entusiasmo si era acceso ben poco.
“G6XYZ sei cinque nove”.
“P29KJ da G6XYZ anche tu sei cinque….” Silenzio.
Sebbene mi avesse spiegato le ragioni tecniche di questo fenomeno dei QSO satellitari e le avessi persino capite, mi rifiutavo ancora di crederci.
“G6XYZ ci sei ancora?” Silenzio.
Il satellite si era spostato avanti e la mia chiamata era scomparsa nell’aldilà, oh, sì, lo so che la tecnologia è semplicemente fantastica, ma dopo un paio di tentativi ero nuovamente pronta per affrontare di nuovo le HF e un ambiente familiare.

Kirsti P29KJ e Jim P29JS nel loro shack di Port Moresby

Il ciclo delle macchie solari era vicino al fondo con le bande morte per la maggior parte della giornata e nonostante ciò, il net a 14220 MHz era occupato da molti controllori da tutto il mondo. Jim controllava il net assiduamente in quei giorni e nel nostro appartamento si sentiva canticchiare allegramente con l’attività di net. 14220 MHz è stato per anni un noto abbeveratoio per i radioamatori, era qui che si andava a cercare persone, DX o altro.
Era verso la fine del soggiorno di Jim in Papua Nuova Guinea quando una sera il telefono squillò e il chiamante, che non voleva identificarsi, chiese a Jim di incontrarlo al Travelodge Hotel. Potevo sentire il tono seccato della voce di Jim e drizzai le orecchie. Costui non era certamente un amico che chiamava per informarsi sulla nostra salute!
“Potrebbe dirmi di cosa vuole discutere?” chiese Jim. La risposta doveva essere stata negativa perché Jim era diventato più insistente. Se vivi a Port Moresby non ti limiti ad uscire di casa a seguito di una telefonata anonima. Vivevamo dietro porte chiuse a doppia mandata e la proprietà era circondata da recinzioni di sicurezza sormontate da filo spinato. Ascoltai più attentamente, cercando di cogliere ogni inflessione nella voce di Jim. Sembrava un po’ più positivo, quindi forse il chiamante si era identificato, tuttavia, c’era un alone di mistero nell’aria.
“E non può dirmi di cosa vuole parlare?” chiese di nuovo Jim, guardando nella mia direzione. Deve aver visto le mie orecchie sbattere come ali di pipistrello perché l’avevo sentito chiedere: “Va bene se porto mia moglie?” Poi: “Va bene, ci saremo”.
Jim abbassò il telefono e mi disse brevemente il succo della conversazione. “La polizia vuole parlare con me, ma non ha voluto dire di cosa si trattasse. Faremmo meglio ad andare al Travelodge e scoprire cosa stanno combinando.”
“La polizia!” dissi e riesaminai rapidamente le mie azioni nelle ultime settimane. No, non ho guidato in Papua Nuova Guinea. Non mi ero ubriacata, non ero stata coinvolta in alcuna rissa, non avevo trattenuto i libri della biblioteca oltre il periodo consentito, la mia coscienza era candida e pura come la neve. Doveva essere Jim che aveva combinato qualcosa che non sapevo.
Sulla strada per il Travelodge Hotel Jim aveva spiegato quel poco che era riuscito a comprendere. Era stato un investigatore australiano a fare la telefonata. Stava visitando la Papua Nuova Guinea per fare alcune domande e alla fine queste domande lo avevano portato a Jim Smith.
Stavo morendo di curiosità ed ero felice di accodarmi all’incontro. Se fai una vita tranquilla, non hai molte opportunità di incontrare un vero poliziotto, figuriamoci un investigatore.
Giunti finalmente al bar del Travelodge Hotel, la mia curiosità stava per essere soddisfatta. C’erano due uomini, uno originario della Papua Nuova Guinea e l’altro australiano. Entrambi indossavano abiti civili per non attirare troppo l’attenzione, e per quanto riguardava il bar, noi eravamo solo un gruppo di persone in giro per l’happy hour locale prima di cena. Non sapevano che stavamo per essere indagati!
“Il suo nome è Jim Smith?” iniziò formalmente l’australiano. Jim confermò e il poliziotto aveva continuato: “Opera come radioamatore?” Ah! quindi era così! Senza dubbio qualcuno si era lamentato per il TVI. Cosa non si fa per incutere il timore di Dio nelle persone.
“Sì, sono radioamatore”, rispose Jim pacificamente. Non salta mai alle conclusioni, come faccio io quando le persone fanno una domanda del genere: sono convinta che mancasse di immaginazione.
“E potrebbe dirci cosa significa per lei P29JS?” Jim spiegò che questo era il suo indicativo di chiamata assegnato e debitamente rilasciato dalle autorità della Papua Nuova Guinea. Cominciavo a sentire una fitta di preoccupazione. Chi erano queste persone che non riconoscevano un nominativo quando ne vedono uno?
“Cosa significa 14220 per lei?” continuò l’australiano. Jim spiegò del net a 14220 MHz e tutto quanto aveva spiegato in seguito era una sorta di lezione per tutti noi.
La polizia voleva sapere se Jim sapesse qualcosa su un certo yacht. Conosceva un certo signor X? Avrebbe potuto spiegare come mai quando questo yacht era stato ispezionato dalla polizia e dalla dogana in relazione a un sospetto di traffico di droga, avevano trovato un pezzo di carta con scarabocchiato sopra “P29JS” ​​e “14220”?
Eravamo convinti di dover affrontare una lunga sessione di spiegazioni. Ci trovavamo di fronte a due poliziotti che non sapevano proprio niente di radioamatori. Che non sapevano nulla di DXing e DX net. Che non sapeva nulla di come le persone effettuano il controllo dei net e alcune volte vengono “tolte dalla frequenza” da qualche altro controllo perché dicevano qualcosa di privato o qualcosa di estraneo al net di cui parlare. Avrebbero davvero collegato il net alle attività illegali? Per loro le date e gli orari erano davvero di rilevante importanza. (dov’era la notte di….?)

Port Moresby – Papua Nuova Guinea

Quindi, mentre Jim tornava a casa per raccogliere i suoi log, avevo iniziato a spiegare ai due uomini tutto quello che avevano bisogno di sapere sui radioamatori e su come funziona il DX. C’era molto da imparare in un periodo di tempo abbastanza breve, ma sembravano assorbire il succo del discorso. In un certo senso ero sorpresa nel rendermi conto che questo era tutto una novità per la polizia. In qualche modo, ho sempre pensato che i radioamatori fossero una strada che valeva la pena prendere indagare quando si consideravano le attività illecite poiché c’era sicuramente tale possibilità. Ma poi ripensandoci, comunichiamo in un linguaggio semplice senza alcuna privacy, quindi forse i radioamatori sono semplicemente troppo innocenti per essere presi in considerazione.
Jim aveva mostrato loro i log – scarabocchiati fino all’orlo con nominativi, orari, frequenze e così via. Riprendendo la storia del DXing da dove l’avevo interrotta, aveva spiegato l’importanza del nostro hobby. Appassionatosi all’argomento, aveva continuato a parlare delle DXpedition e di come le persone (come noi) si fossero persino spinte fino a Heard Island solo per essere disponibili affinché i DXer si mettessero in contatto con loro. Nulla era stato lasciato al caso. Avevamo parlato di licenze, DXing, net, pile-up. dati storici e statistiche. Avevamo confrontato i radioamatori di molti paesi diversi con quelli della Papua Nuova Guinea e dell’Australia. Avevamo spiegato il Mobile Marittimo, il semplice Mobile e persino il Mobile Aeronautico. Dopo un’ora buona di queste spiegazioni avevo notato che i poliziotti cominciavano a sembrare un po’ storditi e che i loro occhi cominciavano a velarsi, ma c’erano ancora molte cose da spiegare a un pubblico volenteroso, anche se forzato e nostro prigioniero. Sfogliando i suoi log, Jim era stato in grado di attirare la sua attenzione su dozzine di most wanted che aveva collegato facendo il controllo del net ultimamente.
Una volta esauriti i controlli del net, aveva scavato nei meandri dei suoi log, indicando altri collegamenti rari, così come le centinaia e centinaia di JA e americani ed europei e tutti quanti che volevano solo fare un breve contatto radio con la Papua Nuova Guinea.
Non capitava spesso a noi radioamatori di avere la possibilità di tenere la parola così a lungo e parlare di ciò che è vicino e caro al nostro cuore in presenza di “estranei”.
La maggior parte delle persone si annoiava non riuscendo a capire il piacere che si può trarre da un hobby come il nostro. Noi, a nostra volta, non riuscivamo a capire perché si annoiavano, quindi sembrava davvero un gioco da ragazzi. Ma ormai era passato da tempo sia il momento sia del happy hour e della nostra ora di cena. Quando Jim si era fermato per riprendere fiato, mi ero tuffata rapidamente.
“Se volete conoscere meglio i radioamatori dovreste chiedere a qualche vostro collega delle forze dell’ordine” dissi all’australiano che sembrava dubbioso. Forse pensava che stessi cercando di convertirlo, quando in realtà stavo solo pensando a come avrei potuto godermi qualcosa da mangiare.
“Ci sono molti poliziotti tra i radioamatori” dissi in tono convincente. Avevo iniziato a spiegare le QSL. Ecco un’intero mondo di curiosità sui radioamatori che finora non avevamo nemmeno toccato. Per cominciare avevo spiegato come si può dedurre da una QSL che il tal dei tali fosse un poliziotto oltre che un radioamatore. Specialmente quando la QSL riportava il logo del suo club di polizia o una foto di se stesso in uniforme, armato di pistola.
Stavo prendendo il ritmo quando i poliziotti, pur non implorando pietà e tanto meno fermandomi nella mia spiegazione, mostravano segni evidenti che ne avessero avuto abbastanza. Ci ringraziarono sia per essere venuti e per aver spiegato come funziona il mondo dei radioamatori. Per ora sarebbe stato sufficiente, concordarono entrambi.
Li salutammo allegramente mentre scendevamo le scale verso il ristorante dove avevamo programmato di cenare. Felici di essere stati utili, felici di aver avuto la possibilità di spiegare davvero i pro ei contro dei DXing, avevamo pensato che la serata si fosse rivelata abbastanza piacevole. I due poliziotti stavano lì, ancora un po’ storditi. Ma c’era forse qualcos’altro da piegare? Avevo dato loro un’occhiata più da vicino. Era realmente possibile che ci fosse del sollievo stampato su entrambi i volti? Sì, lo era, accipicchia! Mi chiedevo, “perché”?

73’ Emanuela IZ2ELV

(altri capitoli: https://tremaghi.blog/category/qrv-per-me-una-vita-da-dxer-di-kirsti-vk9nl/)

Photo credit:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Port_Moresby_080805-N-9689V-004.jpg

2 risposte a "Capitolo 10 – James Bond, presumo… (di Kirsti VK9NL)"

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