Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti (William Shakespeare)


Capita di volersi metterei gioco per il prossimo. É la primavera del 2014, anziché optare per un’associazione di volontariato  o dare una mano in un rifugio per animali abbandonati, scelgo di fare qualcosa per il mio paesello di 3000 anime, pensando che in una così piccola comunità esiste ancora quella politica, così come venne concepita da Aristotele.
Entro nella squadra di un candidato sindaco donna nella quale ripongo tutta la mia fiducia, una lista civica e con il simbolo di Alberto da Giussano, dove primeggiano le quote rosa. Mi impegno con molta determinazione e già in campagna elettorale mi presento ai concittadini come paladina della cultura, la parlantina non mi manca e tanto meno mi spaventa parlare in pubblico.  
La lista vince ed anch’io vengo premiata, entro nel consiglio comunale con delega alla comunicazione e a quella cultura in cui ho sempre creduto.
Piano, piano mi accorgo che anche in un piccolo paese la politica ha ben poco da spartire con il pensiero di Aristotele, bensì scimmiotta quella dei palazzi romani, dove il sindaco vuole innanzitutto primeggiare e la maggior parte dei consiglieri le tiene mano a prescindere, ritiene la minoranza una banda di cretini al punto di non prendere in considerazione la benché minima proposta per il bene del paese.
Il diktat per l’informazione, intesa come carta stampata (informatore trimestrale) e blog istituzionale, è quello di dare risalto all’operato del sindaco e dell’amministrazione comunale, una sorta di chi si loda s’imbroda, quindi alla fine arrivano gli interessi della comunità.
La cultura ha il valore di un accessorio inutile, se è a costo zero ben venga, contrariamente non se ne fa nulla. Decido di collaborare con un consigliere di minoranza, lo scrittore Massimiliano Comparin, al quale sarò sempre grata per avermi dato una grossa mano organizzando presentazioni di libri a tema sociale alla presenza degli autori, coinvolgendo anche i giovani.
In verità ritengo che in un consiglio comunale la collaborazione tra tutte le fazioni sia sempre cosa buona e giusta, lavorando coesi e in sinergia per il bene del paese e della comunità, in quanto tutti i consiglieri rappresentano i cittadini che hanno espresso le proprie preferenze ai seggi elettorali. Questa è la mia visione della politica locale.
Non è difficile capire che ciò che conta maggiormente è avere il maggior numero di mani alzate nei consigli comunali, un tacito signorsì anche se non si è d’accordo con l’operato del sindaco. La mia sopportazione dura il tempo di quattro stagioni e a un anno esatto dalla mia elezione, rassegno le dimissioni senza polemizzare, bensì giustificandole per motivi personali
Brutto mondo quello della politica, non fa per me. Non ho secondi fini personali da coltivare, mi sono messa in gioco solo per il bene dei concittadini,  illudendomi che almeno nei piccoli paesi la comunità fosse la priorità assoluta, invece non è così.  Ci ho provato, non reputo questo episodio della mia vita una sconfitta, ma una lezione, imparando che nessun politico lavora per il bene della popolazione, ma per soddisfare quell’ego di supremazia condito con una buona dose di arroganza. 

Panorama dal Belvedere di Azzate

Torniamo ai giorni nostri. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Pur conoscendo bene questa citazione, sono cascata nuovamente nell’errore di volermi candidare alle prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio.
A distanza di nove primavere mi è tornata la voglia di fare qualcosa per il mio paese, Azzate, dove risiedo da marzo 2018. Cinque anni potranno sembrare un lasso di tempo troppo breve per sentire un forte attaccamento alla comunità azzatese, ma il mio legame ha radici ben più lontane.
Da bambina, quando abitavo ancora a Milano dove sono nata, trascorrevo i tre mesi di vacanze estive a Crosio della Valle dai miei zii, i quali avevano chiesto al parroco di Azzate di potermi far frequentare la piscina dell’oratorio, momenti indimenticabili e ancora vividi nella mia memoria.
Il mio primo orologio, un Adler donato dagli zii per la mia Prima Comunione nel 1968, venne acquistato da Nicora e ricordo ancora quando mi portano in gioielleria per farmi stringere il cinturino in acciaio nell’allora negozio di Via Vittorio Veneto.
Dieci anni dopo, dopo essermi trasferita con la mia famiglia da Milano a Buguggiate, ho incontrato in piazza Nuova un ragazzo che in seguito è diventato mio marito, un azzatese DOC, essendo nato proprio in una vecchia casa di piazza Cairoli.
E come non ricordare le serate e le feste alla Monti, mitico punto conviviale per i giovani, oppure i motoraduno internazionali organizzati dal Moto Club Azzate, indimenticabili momenti di aggregazione e puro divertimento.
Ora che sono in pensione e ho tempo da dedicare a qualche attività, ho voluto dare la mia disponibilità per la candidatura in una lista apparentemente civica, ma sebbene il simbolo questa volta è pulito da riferimenti partitici e senza l’Albertino, ancora una volta é a forte presenza leghista (e qualche berlusconiana), composta tra gli altri da tre dei quattro consiglieri di minoranza della legislatura ormai al capolinea.
Inizialmente hanno dimostrato interesse per il contributo che avrei potuto dare, facendomi credere che apprezzavano i vari articoli su Azzate che ho pubblicato nel mio blog, ma alla fine sono stata esclusa dalla lista dei candidati in modo subdolo, umiliandomi e soprattutto dando poca credibilità alla mia persona. Non ho mai cercato un palcoscenico, bensì avrei voluto solamente lavorare per il mio paese adottivo e per la sua comunità alla quale sento di appartenere.
Sbagliando, ho creduto nella sincerità e nella trasparenza di questi consiglieri di minoranza uscenti e che hanno dato vita a una lista trasversale come amano definirla, ma purtroppo e con grande amarezza ho dovuto ricredermi.
Alla fine è stato meglio così. Ammesso che fossi stata eletta, non avrei mai potuto lavorare e collaborare per cinque anni al fianco di persone poco trasparenti e che naturalmente non avranno il mio voto.
Anche questa volta sono stata ingannata dalle apparenze e spero mi servirà veramente da lezione.

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
(Luigi Pirandello-Uno, nessuno e centomila)

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

3 risposte a "Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti (William Shakespeare)"

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  1. *Ciao, mi spiace che sia andata cosi’, anche se in fondo ritengo che ti
    abbia evitato altre lezioni, magari piu’ dure, o anche soltanto altre
    delusioni. Ma se mi permetti, un suggerimento per approfondire o
    arricchire (mah…) la tua esperienza: perche’ non capire le motivazioni
    non dette di quella esclusione? E’ un poco come “ravanare” nel pattume o
    nel concime. Bisogna stare attenti a non sporcarsi troppo, ma alla fine
    si trovan dei bei lombrichi rossi, che, se non usati copme esca per
    pescare, ma messi tra la terra dei vasi da fiori, arricchiranno la
    fioritura e renderan splendidi i colori dei fiori (lo sapevi?).
    Ciaoooo Manu, per aspera ad astra!**
    Augusto
    *

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