Oramai è diventata una moda. Non mi stupirei se prossimamente nei calendari, accanto al nome del Santo, scrivessero a cos’altro è dedicata la giornata, riempendo quindi tutte le 365 righe dell’anno.
Oggi è il giorno più triste dell’anno che si appresta a spegnere la diciottesima candelina, da quando lo psicologo inglese Cliff Arnall individuò il terzo lunedì di gennaio come il giorno più deprimente per le popolazioni dell’emisfero boreale, utilizzando un’equazione ritenuta poi priva di fondamento. Il suo fanta-calcolo teneva conto delle condizioni meteo tipiche dell’inverno, la fine delle vacanze di Natale, la consapevolezza di non aver messo in atto i buoni propositi per il nuovo anno, la poca motivazione ed altre considerazioni di minore importanza.
Il Blue Monday (per gli anglosassoni il colore blu è associato alla tristezza), risultò un’ottima trovata pubblicitaria soprattutto per le compagnie ed agenzie di viaggio inglesi per promuovere vacanze nella seconda metà di gennaio, nocche per molte attività commerciali che hanno cavalcato l’onda per spronare i consumatori a farsi un regalo per risollevare l’umore.
Alla fine questa tesi pseudo-scientifica, che si è rivelata una bufala, si è completamente sgonfiata, senza prima aver fatto centro in termini di business, al punto da sembrare creata ad hoc nel 2005 per promuovere vendite promozionali. Personalmente, se quando lavoravo avessi dovuto trovare un giorno triste di gennaio, sarebbe stato quello del rientro in ufficio dopo le festività natalizie, ma sicuramente meno deprimente del suo simile di fine estate.
Per me i giorni che portano tristezza sono ben altri, solo quelli che ricordano la perdita di una persona cara, un dolore che certamente non si affievolisce mai, ma che si intensifica nelle tristi ricorrenze perché si rivivono inevitabilmente come in un film i momenti di dolore. E purtroppo più passano gli anni, più aumentano queste giornate tristi.
Non sono nemmeno il tipo che mi rallegro o gratifico con un acquisto, tutt’altro. La bramosia di ottenere sempre quanto si desidera offusca il modo di vedere le cose, che la felicità la si trova in ben altro, apprezzando quel che si ha.
Non a caso ho scelto come immagine per questo articolo la foto dell’’opera Fiorire di nuovo dell’Artista Elena Moletta esposta a palazzo Pirelli a Milano, della mostra d’Arte Fiorirai e sarai bella. Bisognerebbe imparare a rifiorire ogni mattina, essendo soprattutto grati per un’altro giorno di vita che ci è stato donato e affrontandolo sin dall’inizio con positività. Questo è il mio vivere Zen nella consapevolezza.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
Ho scoperto di condividere con lui la passione per lo strudel con panna … ma io non andavo in Austria, bensi’ in Val di Funes, e ricordo una notte che nevicava meravigliosamente grande, sai, quei fiocchi enormi, fitti fitti … sono uscito dall’albergo per godermela, e … sorpresa! dal paese piu’ sotto arrivava un meraviglioso profumo di Strudel … son sceso in mezzo alla neve fresca alta, a piedi, fino al paese e il panettiere aveva un meraviglioso strudel (altro che chanel nr 5 !!!) ancora caldo … me ne ha data una porzione pantagruelica con taanta panna montata … il paradiso!
Poi son risalito all’albergo, con calma, sazio ed appesantito, ma felice!!! Una delle piu’ belle camminate in neve fresca che ricordi, un anticipo di paradiso. Ma la Val di Funes e’ magica … anche in questo.
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