Il mio mare d’inverno


Amo scattare foto quando sono sola, prendermi tutto il tempo necessario per guardarmi attorno senza pensare a nulla, un pò come i gatti quando fissano il vuoto, finché i miei occhi rimangono ammaliati da uno scorcio, oggetto o scena che mi suscita una profonda emozione e mi spinge a premere sull’otturatore.
La mia fotografia è una sorta di meditazione, fermare il tempo con un’immagine che tocca le corde dell’anima e che subito il mio istinto associa a una canzone per uno strano algoritmo che nulla ha da spartire con i numeri. Non è uno scatto, una spasmodica ricerca di una melodia che evoca ricordi. Tutto è nasce naturalmente, mentre penso al nulla e seguo solo l’istinto, uno dei tanti momenti Zen della mia quotidianità.
Considero il cielo la più bella tela dove si formano quadri astratti che fanno volare la mia fantasia, soprattutto quando è nuvoloso e la scala di grigi è già uno scatto in bianco e nero naturale senza agire su alcuna modifica. Queste sono le situazioni che più adoro, opere d’arte disegnate dalla mano di Dio per ricordarci quanto è meraviglioso quell’universo che l’uomo sta distruggendo a poco a poco.
Il Belvedere di Azzate per me è un luogo di estrema bellezza, in ogni stagione, ora del giorno e condizioni meteorologiche, dipingendo panorami che si trasformano in magnifici quadri.
É il mio rifugio prediletto, che raggiungo a piedi facendo una passeggiata di dieci minuti, attraversando l’affascinante centro storico e lì mi perdo nella contemplazione meditativa finché qualcosa attrae la mia attenzione come fosse una forza magnetica.
Ecco il massiccio del Monte Rosa, che svetta da una coltre di nubi che mutano in continuazione mosse da un leggero vento. Velocemente controllo i settaggi della mia Nikon; la sensibilità della pellicola e l’apertura del diaframma, inquadro, metto a fuoco e scatto, un’azione veloce prima che le nuvole modificano il mio quadro astratto, quell’isola montuosa che emerge dal mare con le onde che stanno per infrangersi sulla battigia nel grigiore di una giornata di dicembre. Il juke box della mia anima fa partire la canzone, è quella meravigliosa poesia scritta e cantata da Enrico Ruggeri, Il mare d’inverno. Guardo a lungo il mio scatto sul display della Nikon, ascolto il mio respiro e non riesco a togliere gli occhi dall’anteprima della mia foto che mi riporta magicamente al mare d’inverno che amo, sola su una spiaggia vuota. Sento il rumore delle onde, il profumo salmastro, il vento accarezzarmi volto e scompigliarmi i capelli. Rimango molto tempo in questo stato trascendentale, assaporando tutte quelle magnifiche sensazioni finché finisce la canzone.
Non è stato un sogno ad occhi aperti, ho fatto semplicemente un bellissimo viaggio e sono stata dove mi ha portato il cuore.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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