Ti ricordi Kimi? Quella domenica 18 novembre 2012 era una tiepida giornata, proprio come oggi, quando siamo venuti a prenderti a Cassano Valcuvia dove sei nato.
Quanta emozione! Avevamo scelto il nome, preparato con cura il trasportino in vimini con un morbido cuscino e una copertina in pile per farti viaggiare comodamente al caldo e a casa c’erano già un pò di giochini che ti aspettavano.
Avevo un pò il magone… ti stavamo separando da mamma Blacky, papà Thor e i tuoi due fratellini Ballou e Beowulf, da nonna Kumi e nonno Lord e da tutta la banda di mici dell’allevamento Sevenfjord e soprattutto da Amanda e Davide che ti avevano allevato con tanto amore per tre mesi e mezzo, che si congedarono regalandoti quella copertina sulla quale dormi ancora di tanto in tanto quando sali sul lettone.
Durante il viaggio continuavi a piangere anche se mi ero seduta sul sedile posteriore accanto a te cercando di farti i grattini infilando le dita tra la grata e una volta a casa ti sei nascosto sotto il divano rimanendoci tutto il giorno, uscendo solo a tarda sera quando, quasi slogandomi un braccio, ho infilato la mano con un pò di pappa sul palmo.
Non avevamo mai avuto un gatto norvegese delle foreste e ti avevamo scelto proprio per il fantastico carattere che avrebbe fatto di te l’ottimo compagno per Fulvio. L’istinto ti ha fatto capire subito quale fosse il tuo compito che hai iniziato a svolgere magnificamente sin da piccino, sei stato (e lo sei ancora) la sua miglior medicina.








Purtroppo non sei stato molto fortunato. A tre anni hai subito l’intervento chirurgico alla pinna dell’orecchio sinistro per un otoversamento poi una lunga convalescenza con il collare elisabettiano del quale non ti sei mai lamentato nonostante le grandi difficoltà che incontravi nel mangiare e bere. Fortunatamente sei guarito bene, ti è rimasta l’orecchietta un pò piegata che ti conferisce quell’aria da orsacchiotto e di attira coccole.
Poi tree anni fa quel calo improvviso di peso e quella gran sete, ti sei ammalato di diabete… nuova pappa dietetica (che dall’odore non deve essere proprio appetibile) che puoi assumere solo ogni 12 ore quando, ahimè, ti facciamo quell’iniezione d’insulina che ti prepari sempre a ricevere come fossi un cristiano, addirittura piegando la testa quando te lo chiediamo. Mi fai commuovere tutti i giorni quando guardi con i tuoi dolci occhioni verdi Oliver che mangia la pappa buona, quella pappa che ti fa correre la saliva ma per te è e resterà solo un ricordo. Ma la cosa che più ci pesa è misurarti la glicemia. Già, perchè nei gatti viene bucata con un aghetto la pinna dell’orecchio dove ci sono molti capillari per raccogliere la goccia di sangue, invece a te dobbiamo bucare il polpastrello del piedino per via del l’otoversamento che hai avuto. Mi strazia il cuore sentirti piangere mentre ti abbraccio e ti parlo intanto che Fulvio ti buca e preme per far uscire il sangue sufficiente per il glucometro, ma dobbiamo farlo per il tuo bene e so che lo comprendi, perchè dopo due minuti ti sei già scordato della brutta avventura e ritorni ad essere il nostro dolce coccolone. Hai talmente un carattere meraviglioso che andavi sempre ad accogliere alla porta Maria in modo festoso, il tuo angelo, la tua veterinaria, quando prima del lockdown veniva a misurarti la glicemia a casa per evitarti lo stress del tragitto in auto all’Ambulatorio del Centro Storico di Daverio.
Fulvio mi rimprovera spesso di averti viziato troppo in questo anno che condivido tutto il mio tempo con te, ma come potrei fare altrimenti? Per farti l’insulina devi assumere una buona razione di pappa, quindi ti seguo con la ciotola finché non ne mangi a sufficienza e spesso ci metti un’ora. All’inizio Maria aveva concesso di darti due piccoli spuntini perché 12 ore senza pappa per te erano troppo lunghe da passare e hai scelto che uno di questi spuntini sia tra le 3:00 e le 4:00 di mattina. Non dovevo puntare la sveglia, ci pensavi tu a ricordarmelo salendo sul lettone e dandomi i bacini sul naso per svegliarmi e ti giuro che non mi costava alcun sacrificio al confronto di cosa devi subire tu per questa malattia che noi tutti speriamo in una remissione, cosa non così rara nei gatti. Poi purtroppo questi spuntini iniziavano a farti male, ti sono stati tolti e tu ci hai stupito come sempre, accettandola e aspettando con trepidazione l’ora della pappa senza arrecarci alcun disturbo durante il sonno.
Sei l’inseparabile amico di Oliver, del quale ti prendi ancora cura dopo 6 anni come fosse il tuo cucciolo, è meraviglioso vedervi giocare assieme mentre, quando vi arrampicate sull’alto albero nella cameretta, vi rincorrete come matti senza riuscire a frenare per via del folto pelo sotto le zampe e travolgete in modo buffo tutto quanto trovate davanti a voi.
Ma il tuo comportamento che più sorprende non solo noi, ma anche tutti quelli che assistono alla scena, è quando facendo quello strano miaw ci porti in bocca uno dei tuoi piccoli pupazzetti come regalo…. sei unico, sei semplicemente fantastico!
Grazie Kimi per tutta la dolcezza che ci doni ogni giorno… da quel 18 novembre di 10 anni fa la nostra vita è cambiata… in meglio!
Emanuela Trevisan Ghiringhelli