Come è romantico il piccolo santuario incorniciato dal viale alberato e dalla vegetazione circostante. Non ne conoscevo la storia, o meglio le leggende legate alla sua costruzione, brevi racconti che ne aumentano il suo fascino. Ne ho scelta una tra quelle citate nel sito Azzate e i Bossi, a cura dello storico Giancarlo Vettore e la voglio riproporre in veste di un’antica favola romantica.
C’era una volta Fazia e Niero, due giovani innamorati fiorentini dalle origini nobili e divisi da una guerra santa, che costrinse Fazia degli Oberti a rifugiarsi nel castello di famiglia in Valtravaglia, mentre Niero delle Rose combatteva alle crociate.
Smessa la cotta di maglia e la sopravveste con la croce rossa, il giovane cavaliere non vedeva l’ora di riabbracciare la sua promessa sposa dai capelli d’oro e intraprese un lungo viaggio sul suo cavallo per raggiungerla al più presto. Era inverno, giunse dalle parti di Varese, una zona a lui sconosciuta e resa impervia dalla folta coltre di neve che nascondeva le strade, ma nulla poteva fermarlo, nemmeno i briganti che lo assalirono nei pressi di Gavirate.
Nonostante fosse reduce dalle dure battaglie delle crociate, Nireo si spaventò molto per l’agguato ed invocando l’aiuto della Madonna, lanciò il suo cavallo a briglia sciolta in un fitto bosco, quindi attraversò velocemente al galoppo un ampio campo coperto dalla neve e avvolto da una fitta nebbia.
Quando ne uscì, incontrò un contadino, arrestò il cavallo e chiese all’uomo in che località si trovasse e come si chiamasse quell’ampia area nevosa che aveva appena attraversato.
Il paesano gli disse che era giunto ad Azzate e che quel grande terreno innevato in realtà era il lago ghiacciato. Il giovane cavaliere si rese immediatamente conto del grande pericolo che aveva corso attraversando lo specchio d’acqua gelato sul suo cavallo lanciato al galoppo e decise di far erigere due piccole cappelle ex voto alla Madonna alle due estremità del lago, una a Gavirate e l’altra ad Azzate.
Torniamo ai giorni nostri, in quel di Gavirate troviamo la chiesetta della Trinità e ad Azzate, nei pressi per percorso ciclo pedonale del Lago di Varese il Santuario della Madonnina del Lago che dal 1897, grazie al parroco Don Redaelli, è diventato simbolo della cultura rurale e religioso del paese, un patrimonio della tradizione locale e della Valbossa.
Da quell’anno, nella seconda domenica di ottobre, si tiene la sagra della Madonnina del Lago che ha inizio nel primo pomeriggio sul sagrato della chiesa parrocchiale Natività di Maria Vergine con la processione religiosa accompagnata dalla banda Giuseppe Verdi di Capolago. Con carretti e carriole vengono trasportati i cesti offerti dai cittadini che fanno a gara per presentare all’incanto quello più ricco di prelibatezze e che verranno battuti all’asta una volta raggiunto il Santuario. Grazie all’abilità del battitore, che per tradizione e da quattro generazioni fa parte della Famiglia Vanoni, talvolta si raggiungono cifre molto alte, anche a tre zeri, raggiungendo un ricavato di tutto rispetto che viene quindi devoluto alla parrocchia.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli