Per rendermi conto delle meraviglie del nostro pianeta non devo andare lontano. Mi basta aprire le porte finestre della nostra casa, o fare quattro passi e raggiungere quel luogo spettacolare, il Belvedere, che si affaccia su una cartolina naturale, con il nostro piccolo Lago di Varese abbracciato dalle Prealpi varesine e le Alpi del vicino Piemonte. Ma anche immergendomi nella natura dei boschi, della piana di Vegonno, o ammirare nel cielo il volo degli stormi di uccelli che raggiungono l’Oasi Lipu della Palude Brabbia.
Questo è solo un minuscolo fazzoletto che contribuisce a formare quella meravigliosa terra che oggi viene celebrata con lo slogan ripariamo il pianeta. Non sono nemmeno bastate le limitazioni imposte da un anno di pandemia per migliorare il suo stato di salute, è ancora un malato molto grave e questo per mano di chi ci vive e che ha imparato ben poco da quel Covid che ci sta dimostrando quanto siamo vulnerabili.
Purtroppo questa pandemia ha evidenziato un increscioso e costante menefreghismo della salute del pianeta anche in una circostanza così drammatica. Basti pensare alle mascherine e ai guanti di plastica finiti nelle reti dei pescatori lungo le coste italiane, come segnalato da Fedagripesca Confcooperative, che vanno ad aggiungersi alle grandi quantità di microplastiche presenti nei mari e negli oceani.
Voglio sperare che siamo ancora in tempo a curare questo grande malato al quale tutti dobbiamo molto, iniziando dalle piccole cose fino alle grandi rinunce che sarebbero la medicina più efficace.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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