Dopo La via della Felicità ho terminato di leggere anche il secondo libro della collana Mindfulness e meditazione. Non sto procedendo in ordine di pubblicazione, anche se ritengo che questi 21 saggi seguano una sorta di filo d’Arianna, mi lascio guidare dal mio istinto nella scelta di questi preziosi saggi che insegnano a migliorare il modo in cui viviamo le 24 ore che ogni giorno ci vengono donate.
Dovunque tu vada ci sei già è un libro che si legge tutto in un fiato e non solo perché i capitoli che lo compongono sono brevi. É una sorta di guida pratica ai vari tipi di meditazione, sfatando il mito che esiste solo quella seduti a gambe incrociate su uno zafu e rimarcando l’importanza di praticare con costanza per imparare a svuotare la mente.
Ho quasi l’impressione che l’autore mi abbia spiato prima di mettere nero su bianco i suoi insegnamenti e consigli. Mi riconosco in molti degli esempi espletati e questo mi ha facilitato il compito di imparare la lezione, mettendola in pratica e di goderne dei benefici nella mia quotidianità.
Questo libro non è solo una guida alla meditazione, bensì una raccolta di riflessioni per cambiare la prospettiva di guardare la vita, per accrescere quell’autostima sempre più latente nel ricco mondo occidente dove sembra abbiano la meglio sentimenti di inadeguatezza, rispetto a quei paesi orientali dove purtroppo sono presenti molti problemi sociali ma è ben radicato l’amor proprio.
L’autore, Jon Kabat-Zinn, è un medico statunitense che ha introdotto la meditazione come cura per la riduzione dello stress, impiegando un metodo basato su un adattamento terapeutico dei concetti del buddismo Zen. Mi ha colpito molto una sua frase che dovrebbe far riflettere:
Forse siamo ipersviluppati esteriormente e sottosviluppati interiormente.
Forse, malgrado la nostra ricchezza, siamo noi a vivere in povertà.
Questo libro mi sta spingendo ad avvicinarmi anche alle discipline orientali, allo yoga, che avevo iniziato a praticare nel febbraio 2020 per poi interrompere a causa del lockdown, ma soprattutto il Qi-gong, le sui radici risalgono a più di 4000 anni in Cina e sviluppato in diversi ambiti, come la medicina tradizionale cinese come prevenzione e nel buddhismo come parte integrante della meditazione.
Una lettura che mi ha insegnato che alla base di tutto c’è l’Ahimsa, “non nuocere” in sanscrito, ovvero vivere cercando di non provocare qualsiasi tipo di sofferenza al prossimo e salvaguardando il nostro pianeta, ma anche e soprattutto preservando la nostra persona, evitando di oltrepassare senza riguardo quei limiti che minano la nostra salute e benessere psicofisico.
Ahimsa è una qualità spirituale e quindi deve essere praticata da tutti nelle vicende della vita.
Se non trova attuazione totale, non ha alcun valore pratico.
Mahatma Gandhi
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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