Quanto ho desiderato un suo ritratto, l’ho voluta nel nostro soggiorno, elegante, maestosa e circondata da adorabili pappagalli in un tripudio di colori. Ho una grande ammirazione per Frida Kahlo, la pittrice messicana che ha fatto della sua disabilità, dovuta prima alla poliomielite che l’ha colpita all’età di sei anni, quindi alla lunga immobilità e grande sofferenza a seguito del grave incidente quando era diciottenne, un’opportunità per far emergere il suo talento artistico. Ogni tanto amo fare un giro virtuale nella sua dimora, Casa Azul (casa blu) nel sobborgo di Coyoacán a Città del Messico, diventata museo nel 1958 per volontà dell’ex marito e pittore Diego Rivera. Lì, in un’urna che lei stessa ha voluto a forma di ranocchio, come era solita chiamare l’amore della sua vita, sono custodite le sue ceneri assieme a uno scialle rosso e a un suo abito. Mi emoziona sempre poter vedere alcune sue opere dove sono state concepite e create, appese in quella sala con il grande camino che mi ricorda i Maya, come la piramide rossa a gradoni che si trova nel bellissimo giardino e sulla quale sono esposti gli idoli precolombiani. I colori della casa e degli arredi sono gli stessi dei suoi quadri e che rispecchiano la sua personalità solare, nonostante una vita tanto tormentata. Ho cercato e visto il film Frida, interpretato da una grande Salma Hayek, l’attrice messicana che ha sempre sognato vi vestire i panni della pittrice che adorava da quando aveva 14 anni. Anche Sky ARTE le ha dedicato un documentario molto bello e raccontato dalla curatrice del museo e dalla nipote Mara Romeo, con filmati storici e ambientato Casa Azul. Non ho ancora perso la speranza di riuscire a visitare la mostra Caos Dentro dedicata a Frida Kahlo alla Fabbrica del Vapore di Milano e sospesa il 1° marzo per disposizione del governo, anche se le opere esposte non sono originali. Da appassionata di fotografia spero di poter visitare la mostra Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, che si terrà presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino) fino al 22 giugno 2022, l’esposizione dei 60 scatti del grande fotografo ungherese e naturalizzato statunitense con il quale la pittrice messicana ebbe una relazione dal 1937 al 1946 e che presentano una prospettiva unica di Frida. Ma non l’adoro solo per la sua arte, anche per tutte le sue famose e belle citazioni che mettono a nudo i suoi sentimenti a la sua anima e che spesso faccio mie perché rispecchiano il mio modo di essere, come la frase che ho scelto come titolo di questo scritto.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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