Se avessi una macchina del tempo che mi riportasse alla Roma antica, oggi avrebbe inizio non solo il mese di marzo, ma sarebbe anche capodanno secondo il calendario romano.
Nel 46 a.c. venne poi riformato e introdotto il calendario solare, elaborato dall’astronomo egizio Sosigene di Alessandria e chiamato Giuliano in onore del suo promulgatore, Giulio Cesare.
Il calendario Giuliano venne quindi adottato in tutta e Europa e America man mano che i paesi venivano cristianizzati o conquistati dagli europei e fissò l’inizio del nuovo anno al 1° gennaio.
Con questa riforma il mese di gennaio, chiamato Ianuarius e dedicato al dio bifronte Giano, che simboleggiava il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, passava dalla durata di 29 giorni a 31.
Il secondo mese era Febrarius, il cui significato derivava da februa, purificazione, pratica che si effettuava sui campi prima che venissero coltivati.
Il mese di marzo si chiamava Martius ed era dedicato a Marte, dio della guerra ed era seguito da Aprilis, nome che aveva origini etrusche, da Apru, ovvero la dea greca Afrodite.
Maius era il mese consacrato a Maia, dea della fertilità, Iunius a Giunone, dea della caccia e Iulius venne così chiamato in onore di Giulio Cesare, mentre Augustus era dedicato all’imperatore Ottaviano Augusto.
I quattro mesi successivi (September, October, November e December) erano chiamati rispettivamente settimo, ottavo, nono e decimo, posizione che ricoprivano secondo il calendario di Romolo, che decretava marzo come primo mese dell’anno.
Diamo dunque il benvenuto a questo mese un pò pazzerello, un pittore che inizia a colorare la tela della natura, che ci regala giornate sempre più lunghe e l’equinozio di primavera. E’ forse il mese che colleziona più proverbi grazie alla sua variabilità, cantato dal grande Lucio Battisti in uno dei suoi tanti capolavori, poesia in musica.
Gli alberi che amo osservare dal basso verso l’alto, ammirando i disegni astratti che disegnano nel cielo, presto si riempiranno di gemme e il cinguettio degli uccelli saluterà l’arrivo della stagione della rinascita, un miracolo che si ripete ogni anno ma che non finirà mai di stupirmi.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
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