Oggi San Martino ha confermato la sua tradizione con una bella giornata estiva. A metà mattina era un vero piacere sentire il sole ancora caldo sulla pelle mentre mi prendevo cura delle mie poche piante rimaste e svernare sul balcone.
Ma il regalo più bello di questo sprazzo d’estate è una primula gialla sbocciata da qualche giorno nel grande vaso del gelsomino. Forse dovrei chiamarla ultimula, come ha suggerito il mio amico Paolo per questa allegra corolla dai petali a forma di cuore che fiorisce in autunno avanzato.
Non potevo esimermi dal regalarle qualche scatto e per testimoniare la sua eccezionale fioritura autunnale, mettendole accanto alcune foglie secche che ho raccolto durante la mia ultima passeggiata prima del lockdown.


Sin dall’antichità la festa di San Martino era considerata una tra le più importanti ricorrenze dell’anno che precedeva il periodo di penitenza e digiuno per avvicinarsi al Natale. Infatti il 12 novembre aveva inizio la Quaresima di san Martino, dopo che i contadini avevano festeggiato con lauti pasti innafiati da abbondante vino come fosse una sorta di capodanno.
Alla data del 11 novembre si usava anche fare il trasloco in quanto scadevano i contratti agricoli e di affitto, usanza che ha dato origine al detto fare San Martino quando si cambiava casa.
In molte aree cattoliche dell’Austria, Germania, Francia e in Alto Adige si organizzava in tempi non di Covid la Laternenumzug, una processione di bambini muniti di lanterne artigianali e preceduti dal Santo in abiti romani e in sella a un cavallo bianco e che spesso veniva accompagnata dai primi fiocchi di neve.
Secondo la numerologia questa è una data speciale per il ripetersi del 11, un numero maestro che significa nascita, trasformazione, nuovo ciclo e sommati tra loro danno 22, altro numero maestro che simboleggia il costruire sul nuovo, nuove vite e un nuovo mondo, una lettura esoterica che auspico più che mai sia di buon auspicio in questo periodo di pandemia.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli