Se solo ripenso a un anno fa. Iniziavo il count down degli ultimi dieci giorni che mi separavano dalla pensione anticipata dopo 38 anni di quel lavoro che ultimamente mi aveva obbligato ad attivare la modalità multitasking per poter svolgere tutti i compiti che mi venivano assegnati.
Anche al di fuori dall’ambito lavorativo ormai era diventata una prassi fare tutto di corsa e spesso più cose simultaneamente, o far frullare nella mia mente tanti pensieri sempre proiettati nel futuro a cosa avrei dovuto fare tra un’ora, un giorno, un mese. Mi sentivo come il famoso criceto sulla ruota nella sua gabbietta, sempre di corsa pur ritrovandomi costantentemente nello stesso punto. Arrivato il fatidico primo di ottobre non è stato per nulla facile e scontato cambiare registro, guardavo sempre l’ora in modo maniacale come se lavorassi ancora e facevo ogni genere di programmi che puntualmente non rispettavo. Tanti gli intenti falliti, tranne che per la lettura. Mi ero proposta di leggere più libri e vuoi perchè forse ho scelto i testi giusti, almeno questo obiettivo l’avevo centrato.
Mi sono dedicata solo alle letture di minfulness Zen e meditazione, impegnandomi a mettere anche in pratica i consigli che venivano dati, un non facile esercizio quotidiano di consapevolezza vivendo nel qui e ora, una filosofia di vita che dava i suoi frutti sin dai primi approcci facendomi apprezzare il benessere psicofisico che mi procurava.
Il lungo periodo di lockdown è stato un’ottima palestra per fare gli esercizi di mindfulness. Assistere al miracolo della natura che si risveglia a primavera e raggiunge il culmine in estate, osservare il cielo notando come ogni giorno il sole sorge spostandosi sempre un pochino da sud-est verso nord-est fino al solstizio del 21 giugno per poi invertire la rotta, oppure la sera imparando a riconoscere i pianeti, le stelle e seguendo le varie fasi della luna. Meraviglie che mi hanno accompagnato ogni giorno della mia vita e che sono passate sempre inosservate perchè accecata da altre priorità.
Quante volte avevo percorso strade senza accorgermi dei piccoli dettagli che arricchivano quel paesaggio che appariva piatto ai miei occhi e che solo azzittendo la mente ho imparato a vedere.
Ora mi fermo anche a scattare qualche foto a questi scorci che mi sorprendono per la loro semplicità e bellezza, osservando anche quei dettagli che prima non vedevo, come una piccola pozza d’acqua alla quale sono passata davanti centinaia di volte senza mai notare la cascatella e gli zampilli d’acqua in un contesto che sembra un rilassante giardino Zen.
Emanuela Trevisan Ghiringhelli
(foto: Grotte di Valganna – Induno Olona/Varese)
Quanto hai ragione, spesso bisogna solo fermarsi e lasciarsi incantare dalla meraviglia che ci circonda! Avanti tutta, per tutto! 💪🏻♥️
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Grazie Giacomo! Buona giornata!
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Grazie a te per il post! Buona giornata!
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